Del Pozzo (Cgil Abruzzo Molise): “Entrare in un Cpr è uno schiaffo in faccia e un pugno allo stomaco”

La molisana Sabrina Del Pozzo, delegata Cgil per Abruzzo e Molise, è stata in visita lunedì 15 aprile al Cpr di Palazzo San Gervasio, a Potenza, con una delegazione composta da Enzo Amendola, parlamentare Pd, Enzo Cifarelli, capogruppo Pd Regione Basilicata, esponenti della Cgil Basilicata e dell’Arci Basilicata.

Questo il suo racconto sui social: “Ho vissuto una delle esperienze più forti della mia vita. Entrare in un Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio) è uno schiaffo in faccia e un pugno allo stomaco indescrivibile. Se questi sono i modelli da sbandierare, allora permettiamo a tutti e tutte di entrare e di far vedere con i propri occhi. Credetemi, vi tremeranno le gambe e vi verrà da vomitare. Grazie alla mia organizzazione sindacale, la CGIL, che mi permette di non restare a guardare ma di raccontare ciò che è un dovere fare. Cerchiamo tutti e tutte di contribuire e di approfondire per non essere complici di simili barbarie. Non è semplice ma non abbiamo altra scelta”.

Alla testata Primonumero.it, Del Pozzo ha poi aggiunto: “Il Cpr di Palazzo San Gervasio ospita al momento 86 persone costrette a vivere in gabbie, proprio come in una prigione. Sono divisi in celle da 4 persone, dove trascorrono sostanzialmente l’intera giornata e consumano i pasti e hanno, sempre lì dentro, i servizi igienici. Vivono da prigionieri senza essere stati condannati, molti non sanno neanche perché si trovano lì, sono disorientati, sofferenti. E’ una condizione inaccettabile, considerando che si tratta di centri di detenzione amministrativa, dove sono rinchiuse persone che non hanno commesso crimini”.

Ciò che evidenzia Del Pozzo, giovane attivista Cgil, ci colpisce, e riteniamo che meriti la massima attenzione perché si tratta di una tematica importante e a noi particolarmente cara. Come, d’altronde, dovrebbe essere per chiunque. Sui Cpr non bisogna assolutamente abbassare la guardia, perché i diritti umani sono di tutti e devono, pertanto, essere sempre tutelati, senza nessuna eccezione.

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