Presenza di associazioni antiabortiste nei consultori, Del Pozzo (Cgil): “Perché trattare così le donne e non ascoltarle?”
“Diventa legge la norma che prevede la presenza di associazioni antiabortiste nei consultori. Ma perché trattare così le donne e non ascoltarle?”. Se lo chiede la segretaria della Cgil Molise, Sabrina Del Pozzo, precisando che “il Pnrr doveva servire per creare lavoro e servizi a sostegno delle donne. Ci si nasconde dietro una ‘semplice’ applicazione della Legge 194 ma non è così. Ciò che è stato fatto è altro ma forse non viene spiegato bene o viene imposta una visione di parte. Soldi pubblici, di e per tutte, vengono dati a favore di persone e associazioni che vedono l’aborto come un peccato e che pretendono di imporre il proprio pensiero a tutte”.
E così, rimarca la sindacalista, “ti ritrovi delle persone che ti spiegano cosa è giusto fare e non fare, ma non vi sembra una forma di violenza questa? Non vi sembra qualcosa di inopportuno ed eccessivo? Torniamo così a nascondere i problemi e le questioni sotto il tappeto e nelle mura di casa invece di permettere a tutte di essere supportate e tutelate anche nella salute, senza vergogna ma con razionalità e civiltà. Rischiamo di tornare agli aborti clandestini perché, se non mettiamo le persone, le donne, a proprio agio e libere di chiedere aiuto senza il timore di essere giudicate, lo faremo di nascosto rischiando la vita”.
Per Del Pozzo “non abbiamo bisogno di persone che ci fanno sentire in colpa o che ci indicano la strada per la salvezza, certo è giusto informare ma è importante il come, che per di più già viene fatto. Noi donne abbiamo bisogno di essere comprese e rispettate. Riconosco chi ha una visione differente dalla mia, ci mancherebbe altro. Anzi, probabilmente uno dei grandi problemi di oggi è proprio la mancanza di confronto, di una discussione aperta, libera e no unidirezionale. Qui si sta andando oltre e si sta imponendo quella ‘normalità’ che non appartiene più alla nostra società e che non viene vissuta neppure da chi la pretende”.
E, pensando alla festa del 25 aprile, Del Pozzo conclude riaffermando “i valori della libertà e della democrazia. Se oggi penso alla Resistenza penso alle donne, ma penso anche alle lavoratrici e ai lavoratori che devono avere la prima parola e che invece spesso non possono permettersi di avere neppure l’ultima. Penso alla Resistenza delle persone con disabilità, a quella dei senza-dimora, dei migranti, delle studentesse e degli studenti, alle persone non libere di essere ciò che vogliono al di là di un corpo, a tutte e tutti. Non arrendiamoci, l’impegno individuale diventa collettivo e diventa forza”.
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